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Descrizione

Dedicata al primo vescovo di Pavia, l’edificio attuale fu eretto tra il 1738 e il 1753 su una preesistente costruzione del XII secolo, di cui conserva il campanile ed il fonte battesimale. Chiesa costruita tra il 1738 ed il 1753 su una precedente analoga struttura andata in rovina e dichiarata inagibile con Ecclesiastico interdetto dell'Arcivescovo di Torino Mons. ARBORIO GATTINARA verso la fine del 1734. Del precedente edificio si sa poco o nulla, esso esisteva nel 1340, dello stesso il Teologo MASSOCCA (*1875-1957), non sappiamo su quali basi documentali, asserisce che fosse "...uno squallido ambiente con pavimento nudo, muri greggi, finestre senza vetro...". Di esso si conservò il campanile che fu conglobato nella nuova struttura e, tutt'oggi, fa ancora bella mostra di se; proprio dalle linee del campanile possiamo supporre che la chiesa precedente fosse di stile romanico, ad unica navata e la "finestra senza vetri" citata dal MASSOCCA fosse un finestrone (se non un rosone) inserito tra il portale ed il timpano il che daterebbe la costruzione agli inizi del 1200. Il motivo di tanto degrado potrebbe sicuramente essere ascritto alla demolizione bellica dei due castelli contigui perpetrata nel 1696 dalle armate francesi del generale Catinat effettuata con mine che, già allora, si rivelarono non troppo "intelligenti" provocando quello che ai giorni nostri viene definito "probabile danno collaterale" La nuova chiesa che oggi possiamo ammirare è stata realizzata su linee barocche in auge al momento della sua edificazione anche se non propriamente pure ma già tendenti al manieristico. Sulla paternità progettuale non esistono fonti certe e ciò ha permesso correnti di pensiero ed illazioni di scarsa attendibilità. Qualcuno vuole che essa sia opera dell'Architetto G. B. VITTONE, altri, più realisti la attribuiscono ad allievi del VITTONE con la sua benedizione; E. OLIVERO, nella sua opera "Opere attribuite al Vittone erroneamente o senza sicuro fondamento ", attribuisce la progettazione al Regio Ingegnere LAMPO. Riteniamo suggestiva ma non credibile l'ipotesi Vittoniana: le opere del celebre architetto sono caratterizzate da cupole a pennacchio ed una spiccata luminescenza anche ottenuta con giochi murari che la esaltino: segni mancanti o scarsamente evidenti nell'opera in questione. Se proprio vogliamo che il VITTONE abbia a che fare con la nostra parrocchiale possiamo anche ritenere credibile che egli, impegnato nel Carignanese, abbia dato una sua traccia artistica nell'arredo della cappelle gentilizie ai lati dell'altare maggiore, dove ritroviamo rapporti tra pareti chiuse e finestrate diverse dal corpo principale ed in quella comunemente definita "dei Romagnano" la presenza nella volta e nel contorno al quadro sormontate l'altare di "festoni di luce" (parti in rilievo dorate) di cui il VITTONE fece ampio uso nella vicina chiesa del Vallinotto. La versione più credibile è quella che attribuisce la progettazione all'Ing. LAMPO vuoi anche per una spiccata cura "strutturale" mentre la parte "architettonica", specialmente esterna, lascia a desiderare se non definirsi trascurata. L'attribuzione all'Ing. LAMPO potrebbe essere ancora più credibile per via di un suo possibile impegno nella riedificazione del palazzotto dei Conti Asinari di Piossasco. L'arredo interno della chiesa è "ricco di sobrietà" nulla di particolarmente appariscente, oggi si direbbe "firmato", ma tutto disposto a bella mostra di se a creazione di un ambiente che porta alla meditazione ed alla preghiera. L'aspetto attuale è frutto di un'intensa opera di restauro ed arricchimento perpetrata ad inizio di questo secolo dal parroco (carignanese di nascita) don Bernardino CAUDANA il quale commissionò l'opera all'Arch. GALLO ed in forza di questo intervento deve ascriversi la posa in opera dei rivestimenti marmorei, le pitture realizzate dal Prof. Stura, la costruzione degli altari laterali e l'aver recuperato in altre chiese in via di smantellamento, per il tramite del Ministero della Pubblica Istruzione, parti significative, quali la balaustra, il pulpito e la cantoria.

Foto

Chiesa Parrocchiale di San Siro



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