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Descrizione

Durante alcuni scavi archeologici eseguiti nel 1866 nella regione San Paolo, più precisamente nei campi di Braidalunga furono scoperti i resti di una piccola necropoli ovvero fu portata alla luce una tomba a incinerazione con coperchio in pietra, oggetti in terracotta, vetri, lucerna; ed una tomba a inumazione risalenti al I - II sec. d.C. il tutto andato perduto (sive “trafugato") per imperizia, questi elementi attestano la presenza di insediamenti in questa zona, il “pagus virlensis” in età romana tardoimperiale.1
1 Archelogia in Piemonte e Valle d’Aosta, con dati di storia antica. Pietro Ramella, Ivrea, Litografia Bolognino, 1986, pag 238.
2 Una trascrizione in latino di questo documento fu pubblicata in “Adelaide illustrata”, part.2, cap.2, pag. 11; da Giantommaso Terrano scritta nel ‘700. ?In nomini sancte et individuae Trinitatis. Otho divina favente clementia Romanorum imperator. Si nostrum fidelium petitionibus assensum praebemus, devotiores eos nostrae fidelitatis obsequio fore minime titubamus. Idcirco noverit omnium Nell’Alto Medioevo, in questi “pagus” (luoghi) sorsero degli agglomerati più ò meno urbani dette “villae” ovvero i villaggi dotati a sua volta di una piccola chiesa a cura d’anime e che godevano di “benefici” (terreni, immobili e rendite) a sostentamento di un gruppo di monaci. Tuttavia il luogo dove sorgeva l’insediamento era assai esposto agli attacchi ed incursioni durante le guerre o saccheggi, quindi con molta provabilità per ragioni difensive fu abbandonato per un nuovo insediamento a margine del torrente Lemina, detto Ramata nel tratto virlese, che garantiva oltre la maggior sicurezza la possibilità di godere i benefici di un coso d’acqua che garantiva il funzionamento del mulino e la gestione di irrigazione dei campi. Dobbiamo ricordare che a San Paolo, l’acqua doveva essere trasportata a traverso di un sofisticato sistema di bealere e ponti canale che garantivano l’arrivo di questo prezioso elemento per la vita in zone rurali. Il primo documento che testimoni la presenza dell’insediamento in età altomedioevale è un diploma del 31 luglio 1001, con cui l’imperatore Ottone III confermava al marchese di Susa Olderico Manfredi il possesso sul territorio2. Il Diploma era stato dato in Paterna, villaggio del allora contado di Città Castellana nei dintorni di Roma. Nel 1026, l’imperatore Corrado confermava la terza parte di Virle a Bosone e Guidone, figli di Arduino V marchese d’Ivrea. Nel 1163 l’imperatore Federico I, detto Il Barbarossa, investì di Virle Olivero, Guidone e Ardizzone dei marchesi di Romagnano, i cui discendenti cedettero una quinta parte dell’abitato al principe Filippo Savoia-Acaja. Questi, nel 1307, vendette la sua parte a Giorgio Asinari di Camerano. Molto si è scritto e detto sull’origine et etimologia del nome del “pagus” o “locus”: Virlensis, Virlarum, Virle. Ad ogni modo possiamo ancora aggiungere qualche osservazione. Due sono le ipotesi più accreditate: la prima vuole l’origine nel nome dalla famiglia romana IRLA, essendo il luogo denominato, stando ad una lapide di marmo bianco trovata e poi persa, VICUS IRLAE, cioè luogo degli Irla.
Per quanto riguarda la seconda ipotesi, essa vuole il nome del paese derivato dai “bastoncelli” usati per legare viti e simile. Potrebbero essere i bastoncelli di Berle? Berle è il nome di una pianta che, nel dizionario Thresor De La Langue Francoyse Tant Ancienne Que Moderne di Jean Nicot pubblicato in Francia nel 1606 cfr pagina 75 dice: BERLE, Une herbe qu'on appelle de la berle, Lauer, Sion, Apium palustre, Eleoselinum. Cioè indica un’erba, definita scientificamente Lauer, Sion, Apium palustre, Eleoselium.
Tale definizione è ribadita ed ampliata nel Dictionnaire de L'Académie française, 4ta Edizione nel 1762, pagina 170, dove possiamo leggere: BERLE. s.f. Plante ombellifere. Elle croît dans les lieux aquatiques & sur le bord des ruisseaux. Il y en a de plusieurs espèces, & une entr'autres dont le suc est mortel (BERLE: sostantivo femminile. Pianta ombellifera. Cresce nei luoghi acquatici e a margine dei ruscelli. Ha varie specie, ed una dal succo mortale).
Ed ancora nel Dictionnaire de L'Académie française, 6ta Edizione del 1832-5, pagina 181: BERLE. s. f. T. de Botan. Genre de plantes ombellifères, dont plusieurs espèces sont cultivées à cause de
leurs racines nourrissantes. (BERLE. Sostantivo femminile.
Termine di Botanica. Del genere delle piante ombellifere, […]. In considerazione che molti luoghi nell’etimologia del nome hanno riferimenti più o meno precisi a caratteristiche del territorio, esempio: Pancalieri da un “piano che cala”, simile a Moncalieri da un “monte che cala” o Monferrato da un “monte ferrato”, non possiamo non considerare anche per il nome del nostro comune un’origine legata alla pianta di cui sopra, senza per questo escludere che, indipendentemente dal nome, possa esserci stata anche una famiglia romana Irla (quanto a Pancalieri, viene indicata ugualmente una famiglia Caleri).
Seguendo questo ragionamento è dunque lecito porsi la domanda:
Il nome di questa pianta BERLE, può essere all’origine di VERLE e, per estensione VIRLE?3

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di Michelangelo Ferrero



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