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Chi si è fregato la "pera dritta"?

CHI SI E' FREGATO LA "PERA DRITTA"? AAA Conte cerca ceppo sparito.

DescrizioneUn po’ scherzando potrebbe essere questo il messaggio da lasciarsi in qualche bacheca o inserire in un giornale nella rubrica “oggetti smarriti”. Ma al tempo, 1816, rischiava questo di diventare un vero caso da risolversi a colpi di carte bollate in tribunale. E fu così che accade il 2 dicembre 1816 quando il Conte Gaetano Piossasco di None, Consignore di Virle, presentò una “testimoniale” di protesta a causa -diceva il Conte- “contro l’indevita rimozione fattasi da parte della Comunità di Virle di una delle due pietre che si trovano infise a terra sull’angolo del Giardino d’esso Sig.r Conte ed in capo al Ponte attraversante la Bealera adacquatoria de Prati (si riferisce alla bealera dei prati del Broglio) del Sig.r Marchese Romagnano detto delle Pere Dritte (…)”. Dobbiamo qui aprire una parentesi nel nostro racconto, per segnalare al lettore che la Bealera del Mulino non era ancora stata deviata su Via Birago. Solo post 1816 si parlerà della Bealera del Mulino che passerà sotto il ponte delle Pere Dritte. Per ora essa scorre ancora tra il Castello ed il Giardino del Conte di None, mentre la Bealera dei Prati del Sig.r Romagnano indicata nella testimoniale, si riferisce a quella che serviva a detto Marchese per portare l’acqua sino alla Regione del Boglio. Si potrà chiarire ancora meglio il tutto, guardando le cartine delle successive modifiche delle bealere principali di Virle. Tornando alla storia dei ceppi di pietra, il Conte assicurava che “quali collonnette erano fatte apposte alloggiare d’intercettare alle vetture, carri e simili il passaggio per la Contrada che dal detto Ponte tende alla così detta Torretta”. Ecco la “Torretta” ancora. Questa era una seconda “porta” meglio da segnalarsi come barbacane delle antiche mura di Virle, fu abbattuta nel 1833 e sorgeva tra il Castello e l’attuale sito dove si trova la Scuola Elementare. Chi guarderà tra le fotografie in questo sito troverà invece il Barbacane detto La Portassa, che era l’altro ingresso in paese, e che (per fortuna) il tempo ci ha tramandato. Questo documento, “rogato dal Regio Notaio Gio’ Francesco Leona, Luogotenente Giudice del Luogo di Virle e Deputato per l’Illustrissimo Sig.r avvocato Bessone Giudice per SSRM (Serenissima Sabauda Reale Maestà) del Mandamento di Pancagliere (…)”. Aveva tutte le caratteristiche tali da essere presso veramente sul serio. Non mancava di dati “tecnici” quale la precisa segnalazione che dette pietre “fossero infisse all’altezza d’oncie venti e più fuori terra (…), e ribatte ancora “una di queste collonnette sparì”. La questione si è risolta sollecita e pacificamente senza ulteriori scontri in tribunale. Così come in un batter d’occhio era sparito, il ceppo compare all’originale posto. Chi oggi passeggi per Virle, potrà notare che nulla è cambiato (se non l’interramento della bealera e la sparizione del ponte), ma “le Pere Dritte” sono sempre lì. Anzi aumentati in numero, non sono più soltanto due ma sei. Quindi, riposi anche in pace il Sig.r Conte poiché (in italiano di allora) si potrebbe dire: “niuna vittura, carri o simile fa transito verso la Contrada”.

Michelangelo Ferrero. Ricerca Archivo di Stato di Torino. Sedi Riuniti.
Archivio None/Fondo Virle 2° versamento.M141.


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